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1) Il Counseling scolastico. 

La scuola: quante situazioni complesse vivono oggi insegnanti, dirigenti alle prese con tutti coloro che hanno a che fare con il sistema scolastico.

Professionisti  appartenenti a istituzioni e servizi disparati, che spesso si occupano dello stesso alunno, ma parlano linguaggi differenti.

Giorno dopo giorno i professionisti dell’educazione giocano ruoli diversi , districandosi in un mare di situazioni comunicative e relazionali complesse e ad alto contenuto emotivo.

Ad esempio un insegnante oggi può essere impegnato su due fronti

Uno all’interno della classe dove le caratteristiche e i comportamenti degli allievi, dei colleghi e dei genitori si sommano alle diverse esigenze dei singoli. Le variabili di cui tenere conto sono tante, forse troppe, e aumenta il rischio di vedere crescere un malessere  che coinvolge tutta la classe.

L’altro fronte è rappresentato dai rapporti che l’insegnante si trova a gestire nell’ambito organizzativo.

In tutti questi ruoli la didattica rimane sullo sfondo, mentre in primo piano emergono le abilità organizzative, decisionali, di mediazione e comunicazione degli insegnanti.

Un compito a volte troppo gravoso, cui gli insegnanti non riescono ad adempiere. Di qui la necessità di utilizzare uno strumento di intervento che fornisca delle linee guida di comportamento, gestione e comunicazione,utile per tutti gli insegnanti e gli alunni.

Una necessità spesso conciliata dalle scuole pugliesi tramite l’attività di formazione finanziata e l’espletamento di progetti formativi con supporto del Counselor scolastico, proposto dagli Istituti di Formazione accreditati al Ministero Istruzione Università e Ricerca.

Il Counselor scolastico, infatti, si trova ad interagire in un ambiente denso di problematiche relazionali spesso di non facile soluzione: la cattiva gestione del rapporto tra docenti e studenti, la dispersione scolastica, la demotivazione degli studenti stessi che incide sul loro rendimento, l'interazione "mancata" dell'istituzione "scuola" con quella "famiglia", e così via.

Il compito di un professionista della relazione d'aiuto è proprio quello di gestire in modo efficace e mirato queste relazioni, e rappresenta una condizione essenziale per migliorare il ruolo "pedagogico - educativo" della scuola, un valido strumento per blandire lo stress ed ottimizzare tempo e risorse.

"Gestione delle relazioni, dunque, capacità di mediazione degli interessi di ciascuno, e soprattutto di valorizzazione delle risorse sembrano essere gli ingredienti fondamentali di un buon intervento di COUNSELING".

 

2) Il Counseling aziendale.  

Secondo quanto analizzato dal Dott. Vito Vacca (consulente aziendale e Vice Presidente dell’AIF – Associazione Italiana Formatori - Nazionale ) il counselor aziendale non solo si occupa della gestione delle risorse umane (inteso nel senso di selezione delle stesse), ma sempre più spesso si trova a gestire nel vero senso della parola, i rapporti tra le persone (le c.d. Risorse Umane in azienda - impiegati, manager, etc.).

E' proprio qui che entrano in gioco le capacità di gestione e mediazione delle relazioni che intercorrono tra i diversi livelli (quadri, dirigenti, impiegati), di gestione del clima di lavoro e dello stress, di rivalutazione delle risorse intrapersonali ed interpersonali di ciascuno.

La stessa Marcella Danon, autrice del libro “Counseling”, ha precisato l’importanza del Counseling anche nella realtà imprenditoriale più innovativa, ed è stata chiamata a collaborare con una agenzia di outplacement , ovvero una agenzia che si occupa di ricollocamento professionale.

Questo tipo di agenzie, infatti, non offrono solo contatti e indirizzi cui inviare i curricula dei propri clienti, ma li affidano anche ad un counselor, che li aiuti a comprendere le loro potenzialità, competenze ed esigenze.

Il counselor può anche condurre il suo cliente a esaminare nuove tecniche di lavoro, modalità e a rivalutare le proprie risorse personali e le sue capacità più nascoste.

Inoltre,il counseling offerto ai managers aziendali ha come obiettivo il miglioramento della qualità della comunicazione e del lavoro in equipe.

Attenzione però : il counselor non è un consulente.

Al centro del suo intervento vi sono:

la  esplorazione della propria condizione professionale, che renda consapevole l’interlocutore di dove si trovi; la comprensione della discrepanza tra ciò che vorrebbe fare e ciò che fa; la ricerca della motivazione alla azione e quindi al cambiamento.

 

3) La novità: il Counseling sportivo.

Il counseling sportivo è la assoluta novità dell’ampio spettro del counseling.

Sviluppatosi in diverse modalità anche in America del nord e latina, viene attualmente impiegato negli sport singoli così come quelli di squadra.

L’obiettivo è sempre quello di mantenere alto il livello delle performances degli atleti, di renderli consapevoli delle proprie capacità e potenzialità.

Spesso l’intervento di Counseling si concretizza  con il vero e proprio mental training (allenamento mentale) da affiancare all’allenamento fisico quotidiano degli atleti.

In genere il compito più delicato di un professional counselor sportivo risiede nella capacità di aiutare l’atleta a trasformare i suoi punti di debolezza in punti di forza, ristabilire l’equilibrio psico fisico, allentare lo stress agonistico, ridefinire gli obiettivi a medio e lungo termine.

Il counselor sportivo è un vero e proprio facilitatore della prestazione: deve cercare la normalità, stimolando l’intelligenza motoria dell’atleta, regolando i tempi del singolo (e della squadra) favorendo la familiarità con il compito da svolgere, ottimizzando l’energia fisica e mentale.

Il suo compito più importante è di “innestare la psicologia nei muscoli” e “portare lo sport nella prospettiva di vita” dell’atleta.

In questo modo si può anche combattere  e vincere il doping, riportare ad una dimensione valoriale e culturale sana lo sport e la tensione agonistico-competitiva.

Un ruolo che  diventa ancora più complesso se svolto all’interno di un gruppo, negli sport di squadra.

Più spesso le sue funzioni si ampliano alla gestione delle relazioni tra team,  staff tecnico e dirigenza, agevolando i processi di relazione, favorendo l’ottimizzazione dei risultati, migliorando il livello di comunicazione intrapersonale e interpersonale, mediando gli interessi in gioco, gestendo il clima di lavoro.

Attualmente in Puglia, l’IKOS divisione per l’IMPRESA sta approntando una serie di progetti formativi e operativi ad hoc per le società sportive di tutta la Regione..